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    Po

    Ha origine in Piemonte, più specificamente sul Monviso, al Pian del Re, bagna direttamente tre capoluoghi (Torino, Piacenza, Cremona) e ne lambisce un quarto (Ferrara), segnando inoltre per lunghi tratti il confine tra Lombardia e Emilia-Romagna, nonché tra quest'ultima e il Veneto, prima di sfociare nel mare Adriatico in un vasto delta con sei rami. Attraversa 13 province (Cuneo, Torino, Vercelli, Alessandria, Pavia, Lodi, Cremona, Mantova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Rovigo). Per la maggior parte del suo corso il Po scorre su un territorio pianeggiante al quale dà il nome, la Pianura Padana. Per la posizione geografica, la lunghezza, il bacino e gli eventi storici, sociali ed economici che hanno riguardato il fiume sin dall'antichità, il Po è riconosciuto come il più importante tra i fiumi d'Italia.

    Idronimo

    Le prime fonti storiche sono nella Teogonia greca di Esiodo (VII secolo a.C. circa), come nome di uno dei tanti figli del titano Oceano e la ninfa Teti, e dai quali derivano vari nomi di fiumi europei. Tale nome fu poi ripreso dallo storico Polibio nel II secolo a.C., dove Eridano era uno dei figli di Fetonte, caduto in un fiume durante una gara di bighe o carri, tanto da attribuirgli anche la porta dell'Ade, e cioè gli inferi, secondo la mitologia greca, ma anche il titolo di un principe dedito ai culti egizi, figura che compare spesso in antichissime leggende su Torino.

    Nell'antica Grecia esisteva un piccolo fiume chiamato Eridano (da molto tempo in secca), che sorgeva dalle alture dell'Attica orientale e si gettava nel Mar Egeo passando per la necropoli di Ceramico, nella parte sud della città di Atene.

    Il nome italiano Po si ottiene quindi dalla contrazione del latino Padus > Pàus > Pàu > Pò. In diverse lingue slave (ceco, slovacco, polacco, sloveno, serbo, croato) ma anche nelle lingue romanze, quali il romeno, spesso si usa ancora chiamare questo fiume Pad o Padus. Parimenti, negli aggettivi di lingua italiana, che solitamente ereditano la vecchia radice latina, esistono ancor oggi le parole paduano, padano, Pianura Padana, fino a Padania, il cui utilizzo si è maggiormente diffuso a partire dagli anni novanta del XX secolo.

    Evoluzione

    Attorno al X secolo a.C. la linea di costa era arretrata dai 10 km ai 35 nella parte centrale, rispetto a quella attuale. Il Po giungeva in mare con due estuari: sfociava a nord vicino all'attuale Chioggia, mentre a sud si gettava in mare in un punto equidistante rispetto alle attuali Ferrara e Ravenna. Il fiume si divideva in due rami all'altezza dell'attuale Ficarolo.

    Nel VI secolo a.C. i greci fondarono sul ramo nord del Po (Po di Adria) l'emporio di Adria e, in poco tempo, presero a denominare Adrias Kolpos tutta la parte settentrionale del mare Adriatico. Successivamente, gli Etruschi fondarono sul ramo meridionale la città di Spina nel ramo del Po detto Spinetico. Intanto, col tempo, si era verificata una modifica del regime delle acque, in seguito alla quale assunse la preminenza l'alveo meridionale[9]. Tra la protostoria e l'età romana il ramo di Adria si ridimensionò, mentre si incrementò il ramo meridionale. Lo dimostrano le vicende delle due città: mentre Adria visse un periodo di crisi, Spina conobbe il suo massimo splendore. Il Po ad Adria si interrò nel volgere di alcuni secoli

    Ticino

    Il Ticino (Tessin in tedesco e in francese, Ticìn, Tisín, Tesìn o Tzìch in lombardo e in piemontese) è un importante fiume della Svizzera meridionale e dell'Italia settentrionale, il principale affluente del Po per volume d'acqua e in assoluto il secondo fiume italiano per portata d'acqua. Il Ticino misura complessivamente 248 km di lunghezza ed è uno dei fiumi più sani in Italia.

    Corso del fiume

    Il corso del Ticino è convenzionalmente diviso in tre parti: la parte montana (Ticino superiore), che scorre in territorio svizzero; la parte lacuale, che riguarda il Lago Maggiore (diviso territorialmente tra Svizzera e Italia) e la parte pianeggiante (Ticino inferiore), che vede il Ticino scorrere in Italia a sud del Lago Maggiore, quindi dal territorio compreso tra i comuni di Castelletto sopra Ticino in Piemonte e Sesto Calende in Lombardia, e la confluenza nel Po, situata nel territorio comunale di Linarolo in provincia di Pavia, al confine con la regione Emilia-Romagna. La lunghezza complessiva del fiume è di 248 km, dei quali 91 km percorsi a monte del Lago Maggiore, 47 km percorsi nel Verbano e 110 km percorsi da questo al Po, mentre la lunghezza effettiva è quindi di 201 km, escludendo i km lacustri del Verbano.

    Il problema Arno

    Nonostante il Ticino sia uno dei fiumi più puliti della Lombardia e del Piemonte, dal 2000 le sue acque risentono di un serio problema, noto come problema Arno. La questione ruota tutta attorno al torrente Arno, modesto corso d'acqua del Varesotto e dell'Alto Milanese, le cui acque sono tra le più sporche di Lombardia e non solo. Il torrente anticamente sfociava nel Ticino presso Turbigo, dove ora si trova la cosiddetta Roggia Arno, a causa, però, dell'alta permeabilità del suo alveo a valle di Gallarate, il torrente perdeva le sue acque, spagliando nella campagna tra Lonate Pozzolo, Castano Primo, Nosate e Vanzaghello. Nel Novecento, a causa dei liquami riversati nell'Arno, l'alveo del torrente si è impermeabilizzato, causando sempre più sovente allagamenti che determinavano anche una situazione di degrado ambientale alle campagne circostanti. Nel 2000 si è così proceduto a bonificare l'area di spagliamento e a realizzare dei vasconi per lo spagliamento controllato tra Castano, Nosate e Lonate Pozzolo. I lavori prevedevano che a causa di portate elevatissime del torrente l'acqua in eccesso andasse nel Canale Marinone e quindi nel Ticino. I lavori non vennero però svolti nella maniera più opportuna e questo causò l'impermeabilizzazione dei vasconi, determinando l'afflusso dell'Arno nel Ticino molto spesso. Questa situazione influisce molto negativamente sulla qualità delle acque del fiume, che pur restando di grado buono manifestano un notevole peggioramento a valle di Lonate Pozzolo, soprattutto in tempo di pioggia.


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